22/01/11

Rumore: recensione Fiumedinisi

Tinte cupe, sound oscuro, liriche intimiste avvolte in una tensione che tende a connettere luoghi ben precisi dell'immaginario alternative internazionale: Chicago, NY, l'Inghilterra, Firenze, Milano, Catania.
In Fiumedinisi i Marlowe coniugano BRMC con gli ovvi My Bloody Valentine e i Lush, i Black Heart Procession con i Cure e i Killing Joke, gli Ulan Bator e i Sonic Youth con i primi Diaframma, i Mogway, i Morphine e Sebadoh con gli Underground Life e i Denovo. 

La mano di Cesare Basile nelle coproduzioni della band la conduce a condividere da anni l'impianto stilistico di Sepiatone, Hugo Race, Songs for Ulan, Franklin Delano. Non c'Ë spazio per squarci di luce, il Fiumedinisi si immerge carsicamente nelle catacombe dell'anima, sottende che il silenzio di un urlo sommesso dilania pi˘ di un colpo di fucile in mezzo agli occhi. E' "Fino alle ossa" il manifesto programmatico dell'intera Opera. Ad esso ci atteniamo come ad una profezia, immersi nel Fiume fino in Fondo alla Gola.

Domenico Mungo

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