22/11/10

Beat Bop A Lula: recensione Fiumedinisi

Link: beatbopalula.it

Fuori e dentro la delusione di un animo perduto, fuori e dentro la disperazione - un po’ stanca – di illudersi ancora. È Fiumedinisi, il grande salto pindarico qualitativo dei Marlowe che diventano prepotentemente arte poetica precisa, un “sacco di cose” in cui scalciano monossidi di pensieri ed esalazioni ipnotiche di letture e descrizioni che fanno carosello tra anni zero e domani nulli, in eterno girovagare tra fascino abissale e fluidificazioni post-rock.

Atmosfere rarefatte e gravide di tentazioni, delicate minacce di suoni tipicamente notturne, ricche di quel contagio malinconico languido e avvolgente e pronte – a mio avviso – per la via della fama; non hanno fantasmi da esorcizzare, non subiscono le incoerenze ansiose della sperimentazione come non si fanno ricantare tanto facilmente, Marlowe è un concetto e un’astrazione placentare inafferrabile e liquida che suona, canta, sorprende, fa ombra e luce morta ad un “viaggio” labirintico, desertico come se ne sentono poco oggi. Spaventosamente attuale.

Un disco che finalmente si smarca dai luoghi comuni e non affoga in “quell’alternativa” che non lascia nessun pertugio o via d’uscita a quelle sollecitazioni forzate a creare chissà che cosa di sontuoso e mai rubricato negli ascolti; Marlowe è un’apertura confermata all’equilibrio di testi con pensieri xxl , che fanno stille di sangue su ricordi e bilanci elettrici, sapidi di chitarre e fragori, armonie glaciali e calori concreti che vanno a subliminare pathos animati Dei tuoi miracoli, Fino alle ossa, In fondo alla gola – traccia nella quale va posta l’accento la partecipazione vocale di Angela Baraldi - e attitudini “visionarie reali” The last day swimming, Dalla terra, La stanza di Veronica. A sorprendere in questo ottimo lavoro discografico è l’architettura gassosa che permea tutto, che va a riepilogare un sapore e un fuoco che da oblio e catarsi nella uguale misura di eccitazione e veglia , una sensazione che ti lascia pigramente teso e incantato sino al midollo.
Con la “guida spirituale” di Cesare Basile e la “lungimiranza” di Paolo Messere, la band di Caltanisetta può tranquillamente parlare al passato di stazionamenti e astanterie nei corridoi dell’underground, l’arte sonora che ha in pugno e la vibrazione testuale che ha in gola già possono bastare – eccome – a far tremare il più consumato dei colleghi; le verifiche sono sempre costanti e le certezze molte di più.

Marlowe, l’eccellenza assoluta della capacità di stare nella musica scuotendola, non nella passiva contemplazione

Massimo Sannella

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